Mar, 23/03/2010 - 20:35
di Emiliano Fittipaldi e Monica Soldano
Vertici strapagati. Boom di consulenti. Debiti in aumento. Sprechi. Anche un ex terrorista a fianco del commissario. Ecco come funziona l'associazione
Il veterano della Croce Rossa lo ripete due volte. "Guardi io non ho nulla contro gli ex terroristi, né per quelli di destra né per quelli di sinistra. Ma che vengano a lavorare alla Croce Rossa, ecco, mi sembra quantomeno inopportuno". Il militare ne ha viste tante, in questi ultimi trent'anni passati nell'associazione. Ma la sua pazienza (e quella dei colleghi) si è esaurita quando nei corridoi ha cominciato a incrociare Paolo Pizzonia, ex membro dei Nar, i Nuclei armati rivoluzionari. L'ex 'duro di Sommacampagna', che si è fatto sei anni di galera per banda armata e altri reati gravissimi (incendio in concorso, lesione personale, porto illegale di armi), da qualche mese è diventato il braccio destro di Francesco Rocca, il commissario straordinario che lo ha voluto dentro la sua segreteria. Ora vuole diventare ufficiale, e qualcuno sta facendo opposizione. "Ma chi si mette di traverso alla dirigenza, è spacciato. Perché qui oggi comandano loro, i fascisti. È un paradosso assurdo".
Di sicuro, una bizzarria, dal momento che la Cri dovrebbe essere sinonimo di solidarietà e non violenza, una congregazione fatta, nell'immaginario collettivo, da migliaia di volontari e infermieri che con sprezzo del pericolo aiutano chi ne ha bisogno in tempo di pace e di guerra. L'ente dal 1866 è anche la casa degli ausiliari del Corpo militare, una componente centrale della Cri adibita al primo soccorso durante le emergenze. È un maresciallo, che chiede l'anonimato, a protestare per andazzo dell'ultimo periodo.
Tutti contro tutti Forse esagera, ma certamente la Croce Rossa resta un gigante malato che la politica non riesce a guarire. Centocinquantamila volontari e soci attivi, oltre 5 mila dipendenti tra personale civile, infermieri e dipendenti del Corpo, 10mila tra ambulanze, autobus e mezzi di soccorso, la gestione del 118 in molte Regioni. Soprattutto, 160 milioni l'anno in pancia di finanziamento statale, sommando il denaro girato dalle Asl e dai ministeri competenti. Non stupisce che in Italia, unico caso in Occidente, l'ente invece di essere indipendente è sotto il controllo ferreo dei partiti. Che da sempre usano la Croce rossa per fare assunzioni di massa (migliaia di precari militari e civili sono stati chiamati senza concorso e senza criteri): le emergenze e le calamità sono eventi secondari. I bilanci non vengono approvati dal 2005, e i commissari straordinari vanno e vengono nemmeno fossimo alla stazione centrale.
L'ultimo nominato è l'avvocato Rocca, 44 anni da Roma, subentrato durante una guerra senza esclusioni di colpi tra il Comitato centrale che tutto decide e il Corpo militare. Un conflitto cominciato nel 2008, quando un'ispezione del ministero dell'Economia (invocata, dicono i soldati, dai loro nemici interni) stilò una lista di ben 54 rilievi che denunciavano gravi irregolarità degli ausiliari: promozioni illegittime, benefici economici non dovuti, sprechi senza fine. I militari hanno risposto alle accuse, e invocato l'intervento del ministero della Difesa. Che lo scorso anno ha spedito i suoi, di ispettori. Le conclusioni sono state assai diverse: la relazione segreta che 'L'espresso' ha potuto leggere mette in evidenza, per il periodo che va dal 2005 al 2009, tutte le storture della gestione di presidenti e commissari: 17 milioni destinati dalla Difesa per le esigenze del Corpo (medicinali, automezzi, attrezzature da campo) non sarebbero stati mai spesi, le esposizioni con le banche sarebbero "ormai stabilmente sopra i 55 milioni di euro nelle sue punte massime", mentre oltre 15 milioni di euro avuti dalla Cri per l'operazione Antica Babilonia in Iraq sono "ancora da impegnare". In tutto ci sarebbero risorse finanziarie per 40 milioni di euro. Denaro mai speso. "I soldi che spettano a noi", spiega il maresciallo, "vengono usati per diminuire il debito e far apparire il bilancio in ordine. Ma in realtà non c'è un euro: lo sa che ad Haiti non abbiamo potuto nemmeno portare un ospedale da campo chirurgico?".
Svolta a destra Mentre civili e militari se le davano di santa ragione, il commissario mandato da Berlusconi ha compiuto una rivoluzione. L'associazione si è spostata a destra: indipendente e neutrale per statuto, vigilata dal ministero della Salute, da quello di Giulio Tremonti e dalla Difesa, la società pubblica ha assunto come portavoce Tommaso Della Longa, fedelissimo di Rocca ed ex dirigente di Azione giovani. Un giornalista professionista (gira su Internet un suo pezzo che definisce 'capri espiatori' i terroristi neri condannati per la strage di Bologna del 2 agosto 1980) che nei ritagli di tempo tifa per la Roma: simpatizzante dell'Irish Clan, prima di appassionarsi all'assistenza sanitaria esaltava gli ultras, gente "con i propri riti, le proprie battaglie, fatte di feriti e prigionieri, il proprio codice d'onore fatto di regole non scritte", persone con il "germe della ribellione che sta dalla parte giusta".
Il giornalista lavora spalla a spalla con Stefano Schiavi, oggi alla Cri di Roma ma nel 2007 direttore de 'ladestranews.it', quotidiano on line di Storace che Teodoro Bontempo definì "la voce di chi esprime il dolore e la solitudine delle periferie urbane". Una china sorprendente, visto che Rocca entrò in Croce Rossa spiegando che "la casta che teneva i fili dell'ente" non sarebbe stata più tollerata. Invece, dopo aver chiamato un po' di vecchi camerati, ha assunto anche Leonardo Carmenati, oggi capodipartimento e team leader della Cri ad Haiti, ieri dirigente all'ospedale Sant'Andrea: l'avvocato se lo ricorda con affetto, visto che è stato direttore generale del nosocomio. Il commissario ha poi chiamato lo storaciano Alessandro Ridolfi per presiedere la Sise, una società della Croce Rossa siciliana. Dove ha trovato casa, tra i sindaci revisori, pure l'ex amministratore della Ciak servizi: una srl immobiliare di cui Francesco Rocca, alla faccia del conflitto di interessi, risulta proprietario del 99 per cento delle quote.
Volontari o milionari? La nuova squadra non lavora gratis. Se decine di migliaia di volontari si adoperano senza prendere un euro, Rocca guadagna oltre 200 mila euro l'anno, e ha a disposizione circa 120 mila euro per le missioni. I tre capidipartimento in busta paga superano i 150 mila, a cui vanno aggiunti i premi di produzione. Il direttore generale prende, invece, 200 mila l'anno. Per il ruolo, a sorpresa, il commissario ha chiamato a fine 2008 Patrizia Ravaioli, che lavorava nella Lega italiana per la lotta contro i tumori. Sposata con il direttore del 'Riformista' Antonio Polito, la Ravaioli è anche presidente dell'associazione Pimby, fondata insieme a Chicco Testa e Paolo Messa. In tutto, cinque persone costano tra stipendi e spese legate all'incarico oltre un milione di euro l'anno, mentre i dipendenti in media non arrivano a 2 mila euro al mese. Alle critiche Rocca, amico di Storace e La Russa, con una rete che spazia da Gianni Alemanno ad Andrea Augello fino a Gianni Letta, ha risposto che nel 2009 non ci sarebbero state "assunzioni di personale senza un regolare concorso pubblico". È vero: Rocca e i suoi hanno preferito fare contratti da consulente. Ben 23 in 12 mesi, tra addetti stampa, legali, capimissione e 'coadiuvatori' di varia specie. A questi vanno aggiunti i 'co.co.co.' e 'comandati', cioè quelli spostati da altre amministrazioni. Tra loro spiccano dirigenti provenienti dal ministero del Lavoro e dalla Provincia di Roma, l'ex Nar (che è impiegato regionale) e uno degli autisti personali che l'avvocato si è portato dal Sant'Andrea. Già: quando si parla di enti pubblici, le auto blu non mancano mai.
Un affare di famiglia Bilanci fuori controllo, sprechi, dipendenti trasferiti d'ufficio, malcontento diffuso. La Cri traballa paurosamente, ma i capi dell'associazione sembrano avere altro a cui pensare. Rocca ha stretto prima dello scandalo degli appalti truccati un patto di ferro con Guido Bertolaso, e anche se il decreto sulla Protezione civile spa è stato affossato, l'idea di portare la Croce rossa direttamente sotto il controllo del Dipartimento (e quindi della presidenza del Consiglio) non è ancora tramontata. Anche i Letta ci sperano ancora: sia Gianni - che dall'epoca dell'ex commissario Maurizio Scelli sulla struttura ha sempre avuto grande influenza - sia sua sorella Maria Teresa, da tutti indicata come la donna forte dell'ente.
Temuta e omaggiata, la vulcanica presidente della Cri di Avezzano negli ultimi anni ha allargato il suo potere, diventando presidente pure della Cri Abruzzo e commissario ad Acta per l'emergenza terremoto. Oggi non si muove una foglia che la Letta non voglia. Gli aiuti per la popolazione, la gestione dei campi, la costruzione delle casette, perfino il grande magazzino della Protezione civile di Avezzano (dentro c'è di tutto: dalle televisioni alle coperte, dai casalinghi all'intimo femminile di marca), ogni cosa viene gestita da lei. Qualcuno non ha gradito: dentro la Cri le imputano troppo decisionismo, mentre un maresciallo del Corpo militare, Vincenzo Lo Zito, l'ha persino denunciata per presunte irregolarità contabili. "Ho scoperto che la Letta gestiva un conto corrente intestato alla Cri, insieme a una dipendente di fiducia, tal Giuseppina Angelino", spiega Lo Zito: "È contro il regolamento. Le due signore hanno firmato pure vari mandati di pagamento, cosa che può fare solo il direttore regionale che funge da organo controllore. L'ho denunciato a una dozzina di procure, nessuno ha fatto nulla".
Qualcuno, in verità, si è mosso. Dopo che la signora Letta ha chiesto al superiore di Lo Zito l'allontanamento dello scocciatore ("Le ricordo", scrive la presidentessa nella lettera, "che ad una richiesta di mio intervento a favore di un militare della Cri da lei segnalatomi, la mia risposta è stata concreta ed immediata!") il maresciallo è stato trasferito d'autorità ad Assisi. Non solo: visto che il soldato petulante ha continuato a protestare, il 30 dicembre scorso la Croce Rossa ha chiesto ai militari di avviare un "provvedimento disciplinare di Stato" contro il contestatore. Chi ha firmato l'ordinanza? Il commissario straordinario Francesco Rocca.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/sembra-un-mini...
di Emiliano Fittipaldi e Monica Soldano
Vertici strapagati. Boom di consulenti. Debiti in aumento. Sprechi. Anche un ex terrorista a fianco del commissario. Ecco come funziona l'associazione
Il veterano della Croce Rossa lo ripete due volte. "Guardi io non ho nulla contro gli ex terroristi, né per quelli di destra né per quelli di sinistra. Ma che vengano a lavorare alla Croce Rossa, ecco, mi sembra quantomeno inopportuno". Il militare ne ha viste tante, in questi ultimi trent'anni passati nell'associazione. Ma la sua pazienza (e quella dei colleghi) si è esaurita quando nei corridoi ha cominciato a incrociare Paolo Pizzonia, ex membro dei Nar, i Nuclei armati rivoluzionari. L'ex 'duro di Sommacampagna', che si è fatto sei anni di galera per banda armata e altri reati gravissimi (incendio in concorso, lesione personale, porto illegale di armi), da qualche mese è diventato il braccio destro di Francesco Rocca, il commissario straordinario che lo ha voluto dentro la sua segreteria. Ora vuole diventare ufficiale, e qualcuno sta facendo opposizione. "Ma chi si mette di traverso alla dirigenza, è spacciato. Perché qui oggi comandano loro, i fascisti. È un paradosso assurdo".
Di sicuro, una bizzarria, dal momento che la Cri dovrebbe essere sinonimo di solidarietà e non violenza, una congregazione fatta, nell'immaginario collettivo, da migliaia di volontari e infermieri che con sprezzo del pericolo aiutano chi ne ha bisogno in tempo di pace e di guerra. L'ente dal 1866 è anche la casa degli ausiliari del Corpo militare, una componente centrale della Cri adibita al primo soccorso durante le emergenze. È un maresciallo, che chiede l'anonimato, a protestare per andazzo dell'ultimo periodo.
Tutti contro tutti Forse esagera, ma certamente la Croce Rossa resta un gigante malato che la politica non riesce a guarire. Centocinquantamila volontari e soci attivi, oltre 5 mila dipendenti tra personale civile, infermieri e dipendenti del Corpo, 10mila tra ambulanze, autobus e mezzi di soccorso, la gestione del 118 in molte Regioni. Soprattutto, 160 milioni l'anno in pancia di finanziamento statale, sommando il denaro girato dalle Asl e dai ministeri competenti. Non stupisce che in Italia, unico caso in Occidente, l'ente invece di essere indipendente è sotto il controllo ferreo dei partiti. Che da sempre usano la Croce rossa per fare assunzioni di massa (migliaia di precari militari e civili sono stati chiamati senza concorso e senza criteri): le emergenze e le calamità sono eventi secondari. I bilanci non vengono approvati dal 2005, e i commissari straordinari vanno e vengono nemmeno fossimo alla stazione centrale.
L'ultimo nominato è l'avvocato Rocca, 44 anni da Roma, subentrato durante una guerra senza esclusioni di colpi tra il Comitato centrale che tutto decide e il Corpo militare. Un conflitto cominciato nel 2008, quando un'ispezione del ministero dell'Economia (invocata, dicono i soldati, dai loro nemici interni) stilò una lista di ben 54 rilievi che denunciavano gravi irregolarità degli ausiliari: promozioni illegittime, benefici economici non dovuti, sprechi senza fine. I militari hanno risposto alle accuse, e invocato l'intervento del ministero della Difesa. Che lo scorso anno ha spedito i suoi, di ispettori. Le conclusioni sono state assai diverse: la relazione segreta che 'L'espresso' ha potuto leggere mette in evidenza, per il periodo che va dal 2005 al 2009, tutte le storture della gestione di presidenti e commissari: 17 milioni destinati dalla Difesa per le esigenze del Corpo (medicinali, automezzi, attrezzature da campo) non sarebbero stati mai spesi, le esposizioni con le banche sarebbero "ormai stabilmente sopra i 55 milioni di euro nelle sue punte massime", mentre oltre 15 milioni di euro avuti dalla Cri per l'operazione Antica Babilonia in Iraq sono "ancora da impegnare". In tutto ci sarebbero risorse finanziarie per 40 milioni di euro. Denaro mai speso. "I soldi che spettano a noi", spiega il maresciallo, "vengono usati per diminuire il debito e far apparire il bilancio in ordine. Ma in realtà non c'è un euro: lo sa che ad Haiti non abbiamo potuto nemmeno portare un ospedale da campo chirurgico?".
Svolta a destra Mentre civili e militari se le davano di santa ragione, il commissario mandato da Berlusconi ha compiuto una rivoluzione. L'associazione si è spostata a destra: indipendente e neutrale per statuto, vigilata dal ministero della Salute, da quello di Giulio Tremonti e dalla Difesa, la società pubblica ha assunto come portavoce Tommaso Della Longa, fedelissimo di Rocca ed ex dirigente di Azione giovani. Un giornalista professionista (gira su Internet un suo pezzo che definisce 'capri espiatori' i terroristi neri condannati per la strage di Bologna del 2 agosto 1980) che nei ritagli di tempo tifa per la Roma: simpatizzante dell'Irish Clan, prima di appassionarsi all'assistenza sanitaria esaltava gli ultras, gente "con i propri riti, le proprie battaglie, fatte di feriti e prigionieri, il proprio codice d'onore fatto di regole non scritte", persone con il "germe della ribellione che sta dalla parte giusta".
Il giornalista lavora spalla a spalla con Stefano Schiavi, oggi alla Cri di Roma ma nel 2007 direttore de 'ladestranews.it', quotidiano on line di Storace che Teodoro Bontempo definì "la voce di chi esprime il dolore e la solitudine delle periferie urbane". Una china sorprendente, visto che Rocca entrò in Croce Rossa spiegando che "la casta che teneva i fili dell'ente" non sarebbe stata più tollerata. Invece, dopo aver chiamato un po' di vecchi camerati, ha assunto anche Leonardo Carmenati, oggi capodipartimento e team leader della Cri ad Haiti, ieri dirigente all'ospedale Sant'Andrea: l'avvocato se lo ricorda con affetto, visto che è stato direttore generale del nosocomio. Il commissario ha poi chiamato lo storaciano Alessandro Ridolfi per presiedere la Sise, una società della Croce Rossa siciliana. Dove ha trovato casa, tra i sindaci revisori, pure l'ex amministratore della Ciak servizi: una srl immobiliare di cui Francesco Rocca, alla faccia del conflitto di interessi, risulta proprietario del 99 per cento delle quote.
Volontari o milionari? La nuova squadra non lavora gratis. Se decine di migliaia di volontari si adoperano senza prendere un euro, Rocca guadagna oltre 200 mila euro l'anno, e ha a disposizione circa 120 mila euro per le missioni. I tre capidipartimento in busta paga superano i 150 mila, a cui vanno aggiunti i premi di produzione. Il direttore generale prende, invece, 200 mila l'anno. Per il ruolo, a sorpresa, il commissario ha chiamato a fine 2008 Patrizia Ravaioli, che lavorava nella Lega italiana per la lotta contro i tumori. Sposata con il direttore del 'Riformista' Antonio Polito, la Ravaioli è anche presidente dell'associazione Pimby, fondata insieme a Chicco Testa e Paolo Messa. In tutto, cinque persone costano tra stipendi e spese legate all'incarico oltre un milione di euro l'anno, mentre i dipendenti in media non arrivano a 2 mila euro al mese. Alle critiche Rocca, amico di Storace e La Russa, con una rete che spazia da Gianni Alemanno ad Andrea Augello fino a Gianni Letta, ha risposto che nel 2009 non ci sarebbero state "assunzioni di personale senza un regolare concorso pubblico". È vero: Rocca e i suoi hanno preferito fare contratti da consulente. Ben 23 in 12 mesi, tra addetti stampa, legali, capimissione e 'coadiuvatori' di varia specie. A questi vanno aggiunti i 'co.co.co.' e 'comandati', cioè quelli spostati da altre amministrazioni. Tra loro spiccano dirigenti provenienti dal ministero del Lavoro e dalla Provincia di Roma, l'ex Nar (che è impiegato regionale) e uno degli autisti personali che l'avvocato si è portato dal Sant'Andrea. Già: quando si parla di enti pubblici, le auto blu non mancano mai.
Un affare di famiglia Bilanci fuori controllo, sprechi, dipendenti trasferiti d'ufficio, malcontento diffuso. La Cri traballa paurosamente, ma i capi dell'associazione sembrano avere altro a cui pensare. Rocca ha stretto prima dello scandalo degli appalti truccati un patto di ferro con Guido Bertolaso, e anche se il decreto sulla Protezione civile spa è stato affossato, l'idea di portare la Croce rossa direttamente sotto il controllo del Dipartimento (e quindi della presidenza del Consiglio) non è ancora tramontata. Anche i Letta ci sperano ancora: sia Gianni - che dall'epoca dell'ex commissario Maurizio Scelli sulla struttura ha sempre avuto grande influenza - sia sua sorella Maria Teresa, da tutti indicata come la donna forte dell'ente.
Temuta e omaggiata, la vulcanica presidente della Cri di Avezzano negli ultimi anni ha allargato il suo potere, diventando presidente pure della Cri Abruzzo e commissario ad Acta per l'emergenza terremoto. Oggi non si muove una foglia che la Letta non voglia. Gli aiuti per la popolazione, la gestione dei campi, la costruzione delle casette, perfino il grande magazzino della Protezione civile di Avezzano (dentro c'è di tutto: dalle televisioni alle coperte, dai casalinghi all'intimo femminile di marca), ogni cosa viene gestita da lei. Qualcuno non ha gradito: dentro la Cri le imputano troppo decisionismo, mentre un maresciallo del Corpo militare, Vincenzo Lo Zito, l'ha persino denunciata per presunte irregolarità contabili. "Ho scoperto che la Letta gestiva un conto corrente intestato alla Cri, insieme a una dipendente di fiducia, tal Giuseppina Angelino", spiega Lo Zito: "È contro il regolamento. Le due signore hanno firmato pure vari mandati di pagamento, cosa che può fare solo il direttore regionale che funge da organo controllore. L'ho denunciato a una dozzina di procure, nessuno ha fatto nulla".
Qualcuno, in verità, si è mosso. Dopo che la signora Letta ha chiesto al superiore di Lo Zito l'allontanamento dello scocciatore ("Le ricordo", scrive la presidentessa nella lettera, "che ad una richiesta di mio intervento a favore di un militare della Cri da lei segnalatomi, la mia risposta è stata concreta ed immediata!") il maresciallo è stato trasferito d'autorità ad Assisi. Non solo: visto che il soldato petulante ha continuato a protestare, il 30 dicembre scorso la Croce Rossa ha chiesto ai militari di avviare un "provvedimento disciplinare di Stato" contro il contestatore. Chi ha firmato l'ordinanza? Il commissario straordinario Francesco Rocca.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/sembra-un-mini...
Nessun commento:
Posta un commento