sabato 8 maggio 2010

Falcone e 007, mossa dell’Antimafia


www.corriere.it - 08 maggio 2010 di Alfio Sciacca. 
Palermo - Anche il Copasir interviene. Il Pd: ora si cerchi la verità dopo anni di omissioni e depistaggi
Falcone e 007, mossa dell’Antimafia
I servizi dietro l’attentato all’Addaura?

PALERMO — Misteri vecchi e nuovi sul fallito attentato all’Addaura all’esame della Commissione Parlamentare antimafia e del Copasir, l’organo di controllo sui servizi segreti. Ad annunciarlo è stato il presidente dell’antimafia, Giuseppe Pisanu che allo stesso tempo ha concordato con il presidente del Copasir, D’Alema, di «valutare insieme gli aspetti della vicenda che possano riguardare i servizi segreti». Tutto nasce dall’anticipazione del libro del giornalista di Repubblica Attilio Bolzoni sul ruolo di pezzi dello Stato dietro al fallito attentato contro il giudice Giovanni Falcone, del 21 giugno ’89. Una ricostruzione, in parte già fatta anche in altri libri, secondo la quale nei pressi della villa al mare del magistrato c’erano due differenti gruppi «uno a terra formato da mafiosi e uomini dei servizi segreti e l’altro in mare su un canotto con a bordo due sub». Questi ultimi, che poi avrebbero evitato l’attentato, potrebbero essere gli agenti Antonino Agostino ed Emanuele Piazza, successivamente uccisi. Insomma sulla scena dell’attentato c’erano due pezzi separati dello Stato: l’uno che voleva la morte di Falcone e l’altro che di fatto lo ha protetto. Uno scenario che potrebbe portare a riscrivere la storia di quegli anni dando forza all’ipotesi dei mandanti esterni dietro la stagione del terrore culminata con le stragi di Capaci e Via D’Amelio. Un quadro che potrebbe farsi più chiaro se verrà identificato quel misterioso agente dei servizi, noto come «signor Franco o Carlo », che fa capolino sulla scena dei tanti misteri siciliani. Il tutto potrebbe anche avere ricadute giudiziarie.


Per l’attentato all’Addaura sono stati condannati Totò Riina, Salvatore Biondino e Antonino Madonia ma anche Vincenzo ed Angelo Galatolo. E alla luce delle ultime rivelazioni il legale di quest’ultimo, Giuseppe Di Peri, ha annunciato che sta valutando se chiedere la revisione del processo. «Secondo la tesi accusatoria – spiega - il mio assistito è stato incastrato da una pinna da sub la cui misura corrispondeva al suo piede. Ma da quello che leggo i cattivi sono venuti da terra e non dal mare. I sub invece erano i buoni». Sul ruolo di entità esterne alla mafia interviene anche il procuratore antimafia Pietro Grasso: «Dietro le tante stragi spesso è sembrato esserci un movente non perfettamente coincidente con quello delle organizzazioni mafiose. Ma la mia – precisa - è una valutazione ipotetica e generale. E visto che ci sono indagini ancora in corso non posso dire nulla di più». Da più parti si chiede di far subito chiarezza, soprattutto sul ruolo dei servizi. «Sono rivelazioni che possono aiutare a rileggere non solo il sacrificio di un giudice ma tutta la storia del rapporto tra mafia e potere – dice Walter Veltroni -, Pisanu deve dedicare la seduta di martedì all’esame urgente di questa vicenda. La Commissione Antimafia non può chiudere gli occhi e credo sia giusto che si chieda al procuratore Grasso di partecipare alla seduta». «Dopo anni di depistaggi e omissioni – aggiunge il senatore, sempre del Pd, Giuseppe Lumia - non si può più tergiversare. La verità deve venire fuori in modo chiaro e limpido. La Commissione antimafia assuma in prima persona questa missione». Sollecitazioni analoghe arrivano anche dal capogruppo al Senato del Pd Finocchiaro e dall’eurodeputato dell’Idv De Magistris.

Alfio Sciacca
08 maggio 2010
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