Nigrizia - 02/04/2010
Un gruppo di militari ha arrestato ieri a Bissau, il primo ministro Carlos Gomes Junior, invaso la locale sede dell'Onu e liberato l'ex ammiraglio Na Tchuto, accusato di un tentato golpe nel 2008. I soldati avrebbero anche sostituito il capo dell'esercito, ma tutto rimane ancora annebbiato in un paese crocevia del traffico di cocaina verso l'Europa.
Sembrerebbe un pesce d'aprile se non si trattasse di uno dei paesi più instabili dell'Africa Occidentale. Da ieri mattina è, infatti, il caos in Guinea Bissau, dove un gruppo di soldati, in un'atmosfera del tutto surreale, ha arrestato il primo ministro Carlos Gomes Junior e il capo di stato maggiore dell'esercito, insieme a 40 ufficiali.
«Va tutto bene» si è affrettato a dire il presidente Malam Bacai Sanha, eletto lo scorso luglio, dopo l'assassinio, il 2 marzo 2009, del presidente João Bernardo Vieira. Qualcosa, però, sta succedendo a Bissau. Una folla si è riunita ieri intorno alla sede del primo ministro, chiedendone la liberazione. Dopo aver minacciato di ucciderlo i militari lo hanno liberato, circondando però la sua abitazione.
Mentre sulla stampa internazionale circolava, ieri, la parole "golpe", i soldati hanno invaso la locale sede delle Nazioni Unite, prelevando l'ex ammiraglio Bubo Na Tchuto, da alcuni mesi rifugiato nell'edificio dell'Onu, perché accusato di essere dietro ad un tentativo di colpo di stato nel 2008. Non è chiaro il ruolo di quest'ultimo, ritenuto vicino ai cartelli della droga sudamericani. La Guinea Bissau è infatti ritenuta il crocevia del traffico di cocaina proveniente dall'America Latina e diretto verso l'Europa.
Si tratterebbe, invece, di «un problema puramente militare» secondo il nuovo capo delle forze armate, il generale Antonio Indjai, che ha tentato ieri di rassicurare la comunità internazionale, ribadendo il proprio «attaccamento e sottomissione al potere politico».
Sanha è il settimo presidente della Guinea Bissau, martoriata dal 1974, anno dell'indipendenza, da una serie di colpi di stato e di omicidi politici e militari.
Un gruppo di militari ha arrestato ieri a Bissau, il primo ministro Carlos Gomes Junior, invaso la locale sede dell'Onu e liberato l'ex ammiraglio Na Tchuto, accusato di un tentato golpe nel 2008. I soldati avrebbero anche sostituito il capo dell'esercito, ma tutto rimane ancora annebbiato in un paese crocevia del traffico di cocaina verso l'Europa.
Sembrerebbe un pesce d'aprile se non si trattasse di uno dei paesi più instabili dell'Africa Occidentale. Da ieri mattina è, infatti, il caos in Guinea Bissau, dove un gruppo di soldati, in un'atmosfera del tutto surreale, ha arrestato il primo ministro Carlos Gomes Junior e il capo di stato maggiore dell'esercito, insieme a 40 ufficiali.
«Va tutto bene» si è affrettato a dire il presidente Malam Bacai Sanha, eletto lo scorso luglio, dopo l'assassinio, il 2 marzo 2009, del presidente João Bernardo Vieira. Qualcosa, però, sta succedendo a Bissau. Una folla si è riunita ieri intorno alla sede del primo ministro, chiedendone la liberazione. Dopo aver minacciato di ucciderlo i militari lo hanno liberato, circondando però la sua abitazione.
Mentre sulla stampa internazionale circolava, ieri, la parole "golpe", i soldati hanno invaso la locale sede delle Nazioni Unite, prelevando l'ex ammiraglio Bubo Na Tchuto, da alcuni mesi rifugiato nell'edificio dell'Onu, perché accusato di essere dietro ad un tentativo di colpo di stato nel 2008. Non è chiaro il ruolo di quest'ultimo, ritenuto vicino ai cartelli della droga sudamericani. La Guinea Bissau è infatti ritenuta il crocevia del traffico di cocaina proveniente dall'America Latina e diretto verso l'Europa.
Si tratterebbe, invece, di «un problema puramente militare» secondo il nuovo capo delle forze armate, il generale Antonio Indjai, che ha tentato ieri di rassicurare la comunità internazionale, ribadendo il proprio «attaccamento e sottomissione al potere politico».
Sanha è il settimo presidente della Guinea Bissau, martoriata dal 1974, anno dell'indipendenza, da una serie di colpi di stato e di omicidi politici e militari.
Nessun commento:
Posta un commento