sabato 8 maggio 2010

Moby Prince, una storia che rischia di finire senza un colpevole


La procura ha depositato la richiesta di archiviazione dell'inchiesta-bis sull'episodio che portò alla morte di 140 persone
Ansa - 07/05/2010 - 09:44
(Per chi vuole approfondire: http://grimaldimobyprince.blogspot.com/

Rischia di calare definitivamente il sipario sul Moby Prince e sui suoi 140 morti. La Procura di Livorno ha infatti depositato la richiesta di archiviazione dell'inchiesta-bis individuando, stando a quanto si apprende in ambienti giudiziari, nell'errore umano la principale causa dell'incidente. Quasi vent'anni dopo quella terribile notte del 10 aprile 1991, dunque, la vicenda giudiziaria del più grave disastro della marineria italiana sta per concludersi di nuovo. Più di 10 di anni fa, infatti, si era chiusa una prima volta e senza colpevoli. I diversi processi celebrati non avevano individuato responsabilità negli imputati: Valentino Rolla, ufficiale di guardia della petroliera Agip Abruzzo con la quale entrò in collisione il Moby Prince, gli ufficiali della capitaneria Lorenzo Checcacci e Angelo Cedro, e il marinaio di guardia nella sala operativa della capitaneria, Gianluigi Spartano.



Né la mancata attivazione dei sistemi di segnalazione antinebbia da parte di Rolla, né le cattiva gestione delle operazioni di soccorso dopo l'incidente, e il successivo rogo che avvolse il traghetto, per i tre militari, furono ritenute colpe dai tribunali. Per quasi vent'anni i familiari delle vittime, anche se divisi tra loro in due comitati distinti e con posizioni molto diverse su quanto accaduto quella notte, hanno continuato a chiedere verità e giustizia. E questa decisione della procura porterà con sé nuove polemiche. Per ora dell'esisto delle indagini si sa poco, a parte il fatto che i magistrati livornesi ritengono l'errore umano una delle cause principali, se non la principale, dell'incidente.



Nei prossimi giorni la procura spiegherà le sue ragioni anche pubblicamente, dopo averlo fatto per oltre cento pagine nella richiesta di archiviazione appena depositata negli uffici del giudice per le indagini preliminari che dovrà decidere se accoglierla o se invece ordinare supplementi investigativi. Quello che però è chiaro fin da subito è che i magistrati (Antonio Giaconi, Massimo Mannucci e Carla Bianco) coordinati da procuratore Francesco De Leo non hanno creduto o comunque non hanno trovato riscontri sulle ipotesi avanzate dall'avvocato Carlo Palermo, per conto dei figli del comandante del traghetto, Angelo e Luchino Chessa, e altri parenti delle vittime del Moby Prince, nell'istanza di riapertura delle indagini presentata nel 2006.



In quasi 600 pagine di memoria difensiva, il legale metteva in fila una serie di dubbi inquietanti e uno scenario tutt'altro che "accidentale": "Quella sera - scriveva Palermo - nel porto di Livorno sarebbero state scaricate armi da navi americane che non sarebbero però arrivate alla loro destinazione naturale, la base di Camp Darby (Pisa). Ci sarebbero state dunque operazioni militari illegali". Non solo, secondo Palermo ci furono anche "soppressione di atti e una sostanziale abdicazione della sovranità territoriale sul porto e sulla rada livornese" concludendo che l'incidente fu determinato da una serie di concause che però accesero "un faro sulle operazioni militari illegali che stavano avvenendo in porto". (ANSA).

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