sabato 8 maggio 2010

L’ultima battaglia del Patriarca: Berlusconi e il disco rotto del “complotto comunista”.


Articolo di Politica interna, pubblicato mercoledì 10 marzo 2010 in Germania da Die Zeit. 
fonte: italiadall'estero

La fine di Berlusconi sembra essere imminente. Paradossalmente, ne potrebbe beneficiare anche la mafia.

Quanto riuscira’ Berlusconi a resistere? Per quanto tempo riuscira’ a rimanere ancora al potere? Queste domande vengono sollevate dopo ogni nuovo scandalo. Storie di sesso, accuse di corruzione, ora anche l’accusa specifica di un pentito mafioso che ha dichiarato che Berlusconi ha avuto contatti fin dal 1993 con Cosa Nostra in Sicilia. Le accuse suonano sempre più drammatiche, gli allarmismi di Berlusconi nei confronti di un “complotto comunista” risuonano sempre piu’ come un disco rotto. Sempre più spesso, Berlusconi minaccia nuove elezioni. La convinzione degli italiani che non vi sia alternativa a lui è la sua ultima speranza di rimanere al potere.

Questa convinzione si sta sgretolando. Anche se il Partito Democratico di centro-sinistra all’opposizione continua a mostrare un quadro triste di se stesso. Per ben otto mesi il Partito Democratico è rimasto senza leader, ovvero proprio al momento in cui le scappatelle sessuali di Berlusconi hanno ridicolizzato l’Italia agli occhi dell’opinione pubblica mondiale.

Ma a parte le strutture partitiche dell’opposizione, si e’ creata un’ opposizione extra-parlamentare. Ci sarebbe, in primo luogo, una Chiesa sempre piu’ apertamente contro il Presidente del Consiglio; cio’ rappresenta una novità nella storia del dopoguerra. Ci sarebbero gli intellettuali che sono rimasti in silenzio per troppo tempo. Un appello dello scrittore Roberto Saviano a Berlusconi di affrontare i suoi casi giudiziari e’ già stato firmato da 500.000 cittadini. Migliaia di scolari e studenti hanno protestato ancora una volta questo autunno contro il governo. Sabato a Roma si sono radunati centinaia di migliaia di giovani per un “No Berlusconi-Day” organizzato da blogger. La protesta pacifica organizzata via Internet ha fatto sembrare ancora piu’ vecchio il ferito patriarca Berlusconi. Persino il suo mass-media, la seducente e inebriante televisione, con la quale ha tenuto sotto controllo l’Italia tanto tempo è ormai vecchia.

Le azioni della generazione di Internet mostrano che la cultura della protesta in Italia non è ancora completamente soffocata. Tuttavia, politicamente non è più chiaramente etichettabile come nel passato. Alla manifestazione a Roma si potevano udire cori per Gianfranco Fini. Ironia della sorte Fini, tuttora presidente della camera e vice di Berlusconi, è anche il suo critico più risoluto. Dall’estero, Fini sta ricevendo molto supporto e sostegno. Nel partito viene invece attaccato, di recente è stato anche minacciato di espulsione dal partito. L’uomo che una volta considerava Mussolini come “il più grande statista del 20mo secolo”, si presenta ora come un difensore delle istituzioni democratiche contro il suo primo ministro. Un neo-fascista sdoganato come alfiere della democrazia: questa è l’Italia di oggi. Ed è forse l’unica possibilità del paese.

Il ruolo di Fini non è ancora chiaro: è il suo atteggiamento vero, o fa solo la parte del critico che Berlusconi stesso si e’ scelto? Ci sono forti indicazioni che Fini non voglia attendere altri tre anni per assumere il potere nel partito e il paese. Fini sente che potrebbe essere troppo tardi per lui e il suo progetto: l’abbandono di una cultura del capo che è sia antidemocratica che anacronistica, e la costruzione di un partito conservatore moderno ed europeo.

Perche’ non solo per Berlusconi si sta chiudendo la rete, anche per Italia. Per 15 anni, in questo paese tutto cio’ che accade e’ incentrato solo attorno a Berlusconi, la politica non conosce altri temi, Berlusconi stesso neppure. Lui non conosce limiti, di certo non quelli dettati dalla Costituzione. Quando Berlusconi mina e indebolisce le istituzioni democratiche, fa il gioco della mafia. Questo è il grande pericolo per l’Italia, ed è un pericolo reale. Per salvarsi da possibili condanne giudiziarie, il Premier vuole ora ridurre la durata dei processi e quindi cio’ vale anche per i casi contro la mafia. Cio’ vorrebbe dire consegnare il paese nelle mani dei boss per tutelare gli interessi del capo del governo – sempre ammesso che glielo si lasci fare.

I seguaci di Berlusconi hanno a lungo avuto vantaggi in tutti i modi da lui. Berlusconi ha offerto loro denaro, influenza e potere. Adesso questi si rendono conto di essere finiti in un vicolo cieco. E cercano una via d’uscita. Ma probabilmente l’ultima battaglia del Patriarca lascera’ anche a loro un cumulo di macerie. Il berlusconismo probabilmente non si concluderà in una necessaria pulizia e ricambio interno, ma in sfinimento. Indietro rimarra’ un paese politicamente demoralizzato, che già ha pagato. Perché, a dispetto delle attivita’ dei Blogger e delle manifestazioni studentesche, in questi ultimi anni, tanti giovani laureati hanno voltato le spalle all’Italia come mai prima nel passato era successo. I migliori abbandonano un paese spossato e a pezzi.

[Articolo originale "Die letzte Schlacht des Patriarchen" di Birgit Schönau]

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