sabato 8 maggio 2010

Moby Prince: ricompare la nebbia.


Dalle prime indiscrezioni sulla richiesta di archiaviazione della ultima inchiesta sulla strage del Moby Prince sembra che addirittura si sia fatto un passo indietro rispetto a quanto affermato nella sentenza del processo di appello e si sia riposizionato l'orologio delle indagini a 10 anno or sono, alla sentenza di primo gado. Adirittura parrebbe che sia tornata di moda la teoria della nebbia come concausa del disastro. Un anno fa avevamo intervistato Carlo Palermo, avvocato di parte civile di alcune delle vittime. Riproponiamo, perchè crediamo siano ainteressanti, alcuni passaggi di quella intervista: 

A Carlo Palmo abbiamo chiesto: in che contesto si compie la tragedia del Moby Prince?

«Tutto avviene la notte del 10 aprile 1991, anche se di certo preparato prima: l’ultima notte prima della chiusura ufficiale della guerra del Golfo, la notte stabilita dal Comando militare degli Stati Uniti per attuare l’illecita cessione di armamenti militari statunitensi a soggetti non identificati presenti con le loro imbarcazioni nella rada del porto di Livorno. Le anomalie e i mancati controlli di quella sera», ci ha detto ancora Palermo, «sono tanto macroscopici da far ipotizzare che alcune "forze" italiane anziché essere solo omissive rispetto a quanto svolto dagli americani, ne fossero in qualche modo partecipi, con conseguente ritardo nei soccorsi. Forse perché non rimanesse traccia di niente: solo e semplicemente... nebbia».

Nebbia sulla quale l'Avvocato Palermo ha riscontrato nuove risultanze mai esaminate prima:

" Sono riuscito a recuperare ben 17 anni dopo il disastro il registro dell'Avvisatore marittimo, che nessuno aveva mai esaminato e tanto meno esposto in atti giudiziari né era mai stato acquisito dall'autorità giudiziaria".

Le annotazioni riportate in questo documento sono assai numerose:c’è quasi tutto gia scritto, anche quello che per anni è rimasto oscurato. La pagina del 10 aprile indica che ci sono ben sette navi militari americane presenti nella rada di Livorno: Cape Flattery, Gallant II, Cape Breton, Efdim Junior, Cape Syros, Cape Farewell e Margareth Likes. Non solo. Indica la loro presenza nei giorni precedenti, e dice che stanno imbarcando e sbarcando anche esplosivo.

Infine, c'è annotata pure la presenza di una nave militare francese, la Port de Lion, operativa la sera della tragedia, ma pure nei giorni successivi, quando si decide che a causa dell’incidente l’armamento non può più essere "movimentato" nel porto di Livorno e si sposta parte del teatro delle operazioni più a Sud, a Talamone: la Port de Lion è in grado di entrare nel canale che porta alla base e così sostituisce le chiatte per numerosi trasbordi.

"Il trasferimento delle operazioni a Talamone - racconta Carlo Palermo - è confermato anche dagli accertamenti della Questura di Livorno per conto del Pm romano Ionta: almeno tre delle navi militarizzate Usa si spostano verso il piccolo porto toscano nei giorni successivi alla tragedia del Moby Prince. La Cape Breton parte carica di materiale bellico, porta 6.056,5 tonnellate di razzi con proiettili esplosivi; la Efdim Junior va ad imbarcare munizioni ed esplosivi; infine, la Gallant 2 risulta ripartita da Livorno per Talamone col suo carico di munizioni che aveva all'arrivo".

Carlo Palermo non conferma e non smentisce ma sarebbe stato ipotizzato che queste navi si siano appoggiate a Talamone allo stesso agente marittimo già utilizzato, qualche anno prima, dalle navi coinvolte nei traffici dello scandalo Iran-contras: la fornitura di armamenti da parte dell’intelligence americana alle milizie parafasciste nicaraguensi, basate in Honduras, utilizzando fondi provenienti dalla vendita clandestina, a prezzi gonfiati, di armamenti di provenienza polacca all'Iran.

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