sabato 8 maggio 2010

Allarme dell'Alto commissario Onu Pillay. In Italia pregiudizi pericolosi


Allarme dell'Alto commissario Onu Pillay. In Italia pregiudizi pericolosi 
PUBBLICATO in Usa il 12-03-2010 Da America Oggi

ROMA. In Italia "ci sono pregiudizi pericolosi" nei confronti degli immigrati, a livello politico ma anche da parte dei media: "dipingere rom, sinti e maghrebini come criminali e nomadi può portare delle tensioni".

E' la critica dell'Alto Commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, all'Italia al termine di una visita di due giorni in cui ha potuto toccare con mano la "situazione terribile" dei campi rom e parlare direttamente con governo e vertici istituzionali del Paese delle sue preoccupazioni. Prima fra tutte quella relativa ai due campi rom di Roma, uno in via Candoni, l'altro (abusivo) in via Marchetti, visitati ieri mattina. Un sopralluogo, soprattutto quello nel campo illegale, che "mi ha profondamente disturbata", ha detto Pillay. "Per un attimo - ha confessato quasi attonita nella conferenza stampa che ha chiuso la sua due giorni in Italia - ho pensato di trovarmi in uno dei più poveri Paesi in via di sviluppo e non in un Paese con la storia più ricca di molti altri".

In queste baraccopoli "molti rom non sono nomadi" ma "cittadini italiani che non vogliono vivere nei campi. E quasi tutti - ha raccontato l'Alto commissariato dopo averci parlato - hanno espresso come massima aspirazione quella di trovare un lavoro, una casa e di avere l'istruzione a scuola per i figli". "Positiva" invece è stata la visita al Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria, sempre alla periferia della capitale, dove - ha riconosciuto la rappresentante delle Nazioni Unite - "viene posta molta cura e attenzione nel trattamento delle persone".

A preoccupare molto l'Alto commissario è anche il ritratto "spesso assai negativo" che media e politici italiani fanno degli immigrati, quasi sempre "in relazione a un evento criminale specifico o con problematiche di sicurezza". "Ho visto cosa è accaduto in Ruanda a causa dei forti pregiudizi contro l'etnia Tutsi", ha detto Pillay, ex giudice del Tribunale internazionale per il Ruanda, avanzando un paragone che dà i brividi. Sudafricana, ha anche ricordato: "Sono cresciuta durante l'apartheid, so cosa vuol dire essere discriminati".

Per questo negli incontri con il presidente della Camera, Gianfranco Fini e il ministro degli Esteri Franco Frattini ieri, e con i ministri Angelino Alfano e Roberto Maroni l'altro ieri, ha esortato il governo italiano ad evitare "stereotipi inaccettabili e pericolosi" e a "muoversi velocemente" verso l'integrazione. Argomento questo sul quale Fini ha idee che vanno "incoraggiate" come "il fornire più opportunità per apprendere l'italiano e un maggiore inserimento nella società ".

La visita della Pillay in Italia capita poi proprio nel giorno in cui una sentenza della Cassazione stabilisce che gli immigrati clandestini debbano essere espulsi anche se hanno figli minori che vanno a scuola in Italia. "Da ex giudice non commento una sentenza prima di averla letta - ha detto prudentemente l'ex magistrato sudafricano - ma certo la questione desta una grande e seria preoccupazione".

Dal ministro Frattini, ha aggiunto, "ho avuto la garanzia dell'impegno dell'Italia sulla difesa dei diritti dell'infanzia". Prima di correre a prendere l'aereo per Ginevra Pillay fa un ultimo appunto al nostro Paese: "Durante la mia visita, tutti i ministri e i rappresentanti istituzionali che ho incontrato erano tutti uomini", ha osservato, mentre "molti Paesi in via di sviluppo stanno colmando la lacuna di quote femminili".

Nessun commento:

Posta un commento